BASTA AL DOLORE E ALL'INFIAMMAZIONE DURANTE IL CICLO
BUSCOFEN GRANULATO 400 mg 10 bustine
Che cos'è e a che cosa serve?
BUSCOFEN 400 mg granulato per soluzione orale è un farmaco di automedicazione a base di ibuprofene che appartiene alla classe degli analgesici-antinfiammatori, medicinali cioè che combattono il dolore e l’infiammazione.
Buscofen si usa per dolori di varia origine e natura (dolori mestruali, mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori osteoarticolari e muscolari).
In caso di dolori mestruali puoi prendere 1 bustina due-tre volte al giorno. Ti raccomandiamo di non superare la dose di 3 bustine al giorno senza il consiglio del medico. I pazienti anziani dovrebbero attenersi ai dosaggi minimi sopraindicati.
Nel caso l’uso del medicinale sia necessario per più di 3 giorni negli adolescenti, o nel caso di peggioramento della sintomatologia deve essere consultato il medico.
Assumere il farmaco a stomaco pieno (preferibilmente dopo colazione, pranzo o cena).
Dopo tre giorni di trattamento senza risultati apprezzabili consultare il medico.
Consultate il medico se il disturbo si presenta ripetutamente o se avete notato un qualsiasi cambiamento recente delle sue caratteristiche.
Cosa contiene questo medicinale?
- Principio attivo: ibuprofene sodico diidrato 512 mg, pari a ibuprofene 400 mg.
- Eccipienti: saccarosio, potassio bicarbonato, aroma arancia, acesulfame potassio, aspartame.
Come assumere BUSCOFEN GRANULATO?
Sciogliere il contenuto di una bustina in un bicchiere d’acqua mescolando con un cucchiaino fino a dissoluzione e bere la soluzione subito dopo averla preparata. Si consiglia l’assunzione durante o dopo i pasti, particolarmente alle persone con disturbi gastrici.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti di BUSCOFEN GRANULATO 400 mg
Buscofen granulato per soluzione orale contiene:
- saccarosio: in caso di intolleranza ad alcuni zuccheri consultare il medico prima di assumere questo medicinale. La dose massima giornaliera raccomandata di Buscofen contiene 6,44 g di saccarosio. Di ciò si deve tenere conto in caso di diabete mellito e di diete ipocaloriche;
- aspartame: è una fonte di fenilalanina. Può esserle dannoso in caso di fenilchetonuria (deficit dell’enzima fenilalanina idrossilasi) per il rischio legato all’accumulo dell’aminoacido fenilalanina.
Precauzioni nell'utilizzo di BUSCOFEN GRANULATO
- L’ibuprofene deve essere assunto con cautela dagli asmatici e, più in particolare, da quei soggetti che abbiano manifestato broncospasmo dopo l’impiego di acido acetilsalicilico o altri FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei), nonché da coloro che abbiano una storia clinica con precedenti di emorragia o ulcera gastrointestinale.
- L'uso di Buscofen deve essere evitato in concomitanza di FANS, inclusi gli inibitori selettivi della COX-2.
- Negli anziani e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione (vedere paragrafo “Quando non deve essere usato”), il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi aumentate di FANS. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile. L'uso concomitante di agenti protettori (misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti e anche per pazienti che assumono basse dosi di aspirina o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali (vedere sotto e paragrafo “Quali medicinali o alimenti possono modificare l’effetto del medicinale”).
Gravidanza: L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.
Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. È stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrio-fetale.
Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:
- tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
- disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;
- la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse; inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.
Allattamento: I FANS possono ritrovarsi nel latte materno in concentrazioni molto basse. I FANS, se possibile, devono essere evitati durante l’allattamento materno.
Leggere attentamente il foglietto illustrativo prima dell'uso